Prologo + Tappa 1.
Km totali: non saprei dirlo. Ormai ragiono per ore camminate anche perché quest’anno non ho nessuna guida con me, ma solo l’ausilio delle tracce Gps e di una certa dose (mai avuta) di orientamento.
Si parte dal passo della Cisa, il confine tra Emilia e Toscana. Un bel cielo carico di pioggia mi da il benvenuto a modo suo. “Farà mica riscontro la porta della Toscana appena passata?”, mi son detto tra me e me, e quasi mi stavo convincendo che fosse così. Ci siamo letteralmente inzuppati fino alle 18. Poi l’istinto alla sopravvivenza si è acceso tutto di un colpo, e il primo e unico obiettivo della giornata è stato quello di trovarsi un rifugio per passare la nottata. Dopo poco, trovo una minuscola radura con a fianco ruscello. Allestisco in men che non si dica un approssimativo ma alquanto efficace riparo per la notte (tradotto: telo in terra, sacco a pelo sopra il telo e materiale appeso all’albero nella vana speranza di un inattesa quanto insperata aurora boreale che potesse asciugarmi i panni). Cani leggermente distanziati da me di circa uno/due metri. Notte serena e cielo stellatissimo. Sono riuscito a riconoscere pure il verso di praticamente tutta la fauna della Garfagnana. Un soave sottofondo che mi ha accompagnato per tutta la notte (sottile ironia). Con il lento arrivo del buio, gli impavidi cagnoloni piano piano si appropinquavano sempre più vicino a me. E con scuse banali della serie:”hai sentito quel rumore laggiù?”, mi son ritrovato un pastore tedesco come cuscino e una lupetta come calco vivente della mia posizione nel tentativo di chiudere occhio.
Mattina sveglia ore 6:30. Lavarsi nelle acque gelide di un torrente la mattina all’alba ha un certo fascino selvatico. Ed è per questo che il raffreddore non mi migliora.
In marcia direzione Pontremoli. Strada spezzagambe: ripide discese su ciottoli di pietra resi scivolosi dalla pioggia di ieri e fango, tanto fango. Misurare e stare attenti ad ogni passo non è roba semplice. Mi son ripassato la legge sull’Equilibrio e in qualche maniera le forze di un piede bagnato, dentro un calzino zuppo, all’interno di una scarpa che danza sul terreno viscido, hanno fatto si che sia rimasto miracolosamente in piedi. E poi si dice che la Fisica non serva a niente.
Arrivati a Pontremoli e subito ci accolgono due gatti kamikaze che sprezzanti del pericolo affrontano coraggiosi i due canidi. Scene mai viste, giuro. San graffiata nel muso e ferita nell’orgoglio, ha rifiutato pure le prime cure. Potevo aspettarmi di tutto, ma questo benvenuto ha superato qualsiasi fantasia. Incontro anche le prime persone che per fortuna si son mostrate meno belligeranti dei felini e affronto le prime domande. Roba facile.
Proseguiamo il nostro cammino verso Villa Franca Lunigiana. Ora siamo all’ombra di un bel prato davanti alla Pieve di Sorano. La temperatura è mite, tra poco arriva un acquazzone. I panni sono ad asciugare al sole, San fa la vedetta nel caso arrivassero altri gatti assassini, e Howl annusa e poi mangia i fiori.
Un saluto da Chri e la ritrovata gang del bosco
Tappa 1
