Tipo di percorso: anello
Lunghezza: 12 km
Dislivello in salita: 470 m
Durata: 4 ore e 30 minuti
Partenza: da Croci di Calenzano (FI). Posizione 43°56’44.3″N 11°12’49.7″E
Difficoltà: Facile/Media
Percorso storico/didattico. Punto di arrivo a metà tracciato Valibona, una piccola borgata del comune di Calenzano, posta alle pendici del Monte Maggiore. Le sue case sono state abbandonate fin dal secondo dopoguerra.
Antefatto storico: La località è nota per la battaglia di Valibona del 3 gennaio 1944, primo esempio di Resistenza militare in Toscana, combattuta tra una formazione partigiana (“Lupi neri”) e reparti repubblicani di Prato, la milizia volontaria Ettore Muti, i fascisti ed i carabinieri dei Comuni limitrofi. La Formazione d’Assalto Garibaldi “Lupi Neri” era una delle prime formazioni partigiane organizzate dal Partito comunista nella provincia di Firenze, con base a Monte Morello fin dalle prime settimane del settembre 1943. Comandata da Lanciotto Ballerini e dal commissario politico Ferdinando Puzzoli, era composta da antifascisti locali, militari italiani ed ex prigionieri stranieri, (inglesi, russi, iugoslavi). Al momento della battaglia la formazione partigiana era composta da 17 uomini. La mattina del 3 gennaio 1944 i fascisti, che erano riusciti dopo vane ricerche a trovare una guida (un guardiacaccia di una fattoria di Vaiano) attaccarono di sorpresa i partigiani rifugiati in un fienile. Lanciotto Ballerini si rese subito conto che l’unica soluzione possibile era rompere l’accerchiamento e tentare una manovra di sganciamento con una sortita e diede l’ordine di attacco. La battaglia, che vide una grande dimostrazione di valore da parte dei partigiani, durò tre ore e raggiunse il suo scopo, dato che una larga parte del gruppo riuscì a sfuggire all’assedio ed a infliggere serie perdite al nemico. Nelle file partigiane si contarono tre morti: Lanciotto Ballerini, morto nell’aprire la strada ai compagni; Luigi Giuseppe Ventroni, morto carbonizzato nel fienile a cui era stato dato fuoco e Vladimiro, catturato e ucciso con un colpo alla testa. [fonte: wikipedia]
E’ al sacrificio di questi uomini che il comune di Calenzano ha dedicato il Memoriale di Valibona. Il locale che un tempo ospitava il fieno faticosamente raccolto nei prati intorno al borgo è diventato dal 2010 una ampia sala finestrata ospita adesso pannelli esplicativi, fotografie storiche e documenti.
Partenza dal parcheggio delle Croci di Calenzano (427 s.l.m.) non prima di una ricca colazione in uno dei bar della piazza.
Dalla piazza si imbocca, in prossimità del semaforo, via di Casaglia. Il percorso è inizialmente su strada asfaltata, poco trafficata. Si costeggiano le villette e dopo aver percorso qualche centinaio di metri si raggiunge il cimitero di Casaglia. Il primo strappo in salita ci porta alla Chiesa di San Pietro in Casaglia, fondata prima del Mille e restaurata nel XV secolo. Al suo interno è posta una pala in terracotta invetriata della bottega di Andrea della Robbia databile al secondo decennio del Cinquecento. Ci lasciamo alle spalle la chiesa e dopo una manciata di passi, guadato il Borro dello Straccione di Casaglia si prende una strada sulla destra che si inerpica per i campi. Il sentiero è stretto, con fondo irregolare ma soprattutto con un dislivello notevole. Si giunge all’abitato della Regina del Bosco (510 s.l.m.). Da qui si prosegue a sinistra percorrendo una strada di campagna che si inoltra piano piano in un piacevole bosco. Si aprono sulla sinistra ampie finestre dove è possibile ammirare non lontano il complesso montuoso del Monte Morello. Tra queste montagne si identifica facilmente il Poggio all’Aia (934 m), la cima più alta della conca fiorentina.
Oltrepassato il Fosso di Rimaggio (semplice guado del torrente) il sentiero riprende quota. Primo tratto di salita duro, per poi proseguire con un più affrontabile declivio fino a giungere alla Fonte di Valibona e subito dopo al Memoriale di Valibona (600s.l.m.). Qui è possibile visitare non solo il museo, previa richiesta al comune di Calenzano [contattare l’ufficio Segreteria del Sindaco del Comune al numero 055 8833225], ma anche un piccolo giardino botanico, i resti del complesso abitativo abbandonato e il cippo commemorativo della battaglia del Gennaio 1944. Dalla borgata partono numerosi sentieri che collegano la città di Prato, la valle del Bisenzio alla Calvana.
Per il ritorno verso il punto di partenza ripercorriamo gli stessi passi fatti all’andata fino a Regina dei Boschi. Non svolteremo a destra riprendendo la strada per i campi, ma proseguiamo lungo la strada asfaltata (via di Montemaggiore) fino ad arrivare in prossimità dell’area di tiro al volo. Un percorso “nascosto” che rimane alla nostra destra ci evita di percorrere l’ultimo tratto su una strada che a seconda delle giornate può essere trafficata. Attraversiamo il bosco che costeggia la strada asfaltata. Dopo circa 700 metri il sentiero si riunisce alla strada, ma se svoltiamo dopo pochissimo a destra imboccando via della Muriccia ci andiamo a ricollegare dopo 300 metri al percorso dell’andata all’altezza di via di Casaglia e successivamente percorsi altri 500 metri, concluderemo l’anello alla piazza delle Croci di Calenzano.