Portomarin – Palas de Rey. Km 25.
Partenza h 6:15. Ancora boschi molto belli intervallati da pascoli e fattorie. La strada è immancabilmente in salita per i primi 12 km, poi inizia la discesa, inesorabile.
C’è tanta gente per le strade e tanti taxi sfrecciano su e giù (ndd).
Addirittura gli autobus (ndd).
Nonostante il grande affollamento riusciamo a distanziarci un pochino e a goderci qualche km in solitudine e silenzio. Incontriamo gli amici di tappe passate e insieme a loro condividiamo qualche passo. Sembriamo l’armata BrancaLeone. È bello anche così. Si parla una sorta di spagnolo italianizzato. Ma ci capiamo anche perché gli argomenti non richiedono un grande spreco di energie mentali.
Passiamo una borgata dove un gruppo di americani (???) avanti con l’età ci offrono da bere e da mangiare. Poi le foto con la lupetta. Neanche dalle loro parti se ne vedono di animali così. D’ora in poi ho deciso di crearci sopra una storia tra il mito e la leggenda.
Finalmente arriviamo a destinazione. Stavolta non ho prenotato nulla. Proprio per ricordare i vecchi tempi. La fortuna mi sorride e al primo tentativo ci danno ospitalità. Moooolto bene. Visto che domani la tappa sarà comunque dura è bene riposare e riprendere le giuste energie fisiche ma sopratutto emotive.
Manca poco, troppo poco. Se vedo la mappa della Spagna mi sembra ancora impossibile.
Sono su di giri.
Il sole fa capolino, Manu litiga con la caviglia che le duole, e io studio la tappa per domani.
Un bacione da Chri, la Manuela gamba di legno e la gang del bosco.
Giorno ventotto
