da Monforte San Giorgio a Calvaruso. Tot km 24, ma noi li facciamo di più, perché ci piace così.
Sveglia presto, alle 7:15 già in strada. Siamo carichi di fatica e il passo ne risente subito alla prima salita che dopo due ore di lento volgere verso l’alto ci porta a Rometta. Sosta lunga. C’è da preservare le forze. Dopo ogni salita, com’è giusto che sia, c’è una discesa di pari difficoltà. Uno penserebbe:”beh, in discesa fai meno fatica e vai più veloce”. Tutto vero, se non fosse che debba tutelare le scarpe che sono distrutte in più punti e in pratica mi faccio la discesa quasi in punta di piedi. Arriviamo a fondo valle ed eccolo lì, sornione che ci aspetta l’ennesimo torrente. Camminiamo sul suo greto e non potete immaginare il dolore ai piedi. Son distrutto, ridotto ai minimi termini. I cani se la vivono a loro modo: Howl mostra anch’egli affaticamento però non perde l’occasione di fare il bischero. San signorile come sempre, ha tentato più volte di dare fastidio ad una mucca che ci precedeva di pochi passi e ci ha scortati per un lungo tratto.
Arrivati a Cavaliere concedo alla truppa e anche a me una mezz’oretta di riposo, per poi affrontare “riposati” gli ultimi 5 km in salita.
Errata previsione la mia.
Seguiamo la strada che ci porta in un sentiero isolato. Dopo un bel pezzo decido di ricontrollare la mappa. Qualcosa non mi tornava. Sesto senso. E infatti, ho imboccato una traccia sbagliata. Cosa fare? Tornare indietro o ormai proseguire? Tanto sembra portare allo stesso luogo.
Ci troviamo ad affrontare nell’ordine: cancello che scavalchiamo abilmente, proprietà privata chiusa con cani incazzati, di nuovo il cancello di prima perché tornati indietro, lunga discesa, cava di lavori, muro alto e al di qua fiume, altro cancello con lucchetto.
Io sono dell’ariete, e la mia testardaggine porta spesso ad avere risultati prefissati, ma stavolta ho toppato di brutto. Sono arrabbiato con me stesso, in colpa per la strada che ho deliberatamente deciso di percorrere. A volte odio questo mio modo di fare. Andare dritti come un fuso, senza ascoltare.
Desisto. Ritorniamo sui nostri passi e imbocchiamo il sentiero giusto.
Ci aspetta la salita, con a fianco il torrente che scorre. Arriviamo alle 16:45 a Calvaruso, all’Eremo di Ecce Homo. Siamo fuori che pazientemente aspettiamo la nostra destinazione.
Domani ultima tappa.
Sono emozionato anche se ora ho ancora da discutere e chiarire con me stesso di quanto successo. È andata bene, questa volta.
A voi tutti una splendida serata da me e la gang del bosco in versione escavatori
Day 16
